Da una parte, arrivano evidenti segnali di indebolimento del mercato del lavoro negli Stati Uniti: ad agosto sono stati creati solo 54.000 nuovi posti di lavoro, molto al di sotto delle attese, con revisioni al ribasso significative per i mesi precedenti e aumenti delle richieste di sussidi di disoccupazione. Questo scenario di debolezza è accompagnato da pressioni inflazionistiche ancora presenti, in particolare causate dai costi legati alle tariffe commerciali. Dall’altra, i recenti discorsi di esponenti della Fed come Jerome Powell e John Williams, insieme al Beige Book, segnalano un’economia in flessione che giustifica un approccio più accomodante e l’attesa di tagli dei tassi già a metà settembre. Le probabilità di un taglio di 25 punti base sono oggi stimate oltre l’87%, con ulteriori riduzioni previste entro fine anno.
Gli investitori restano prudenti, ma guardano con interesse al possibile rimbalzo, specialmente trainato dai giganti tecnologici come Nvidia e Microsoft, che mostrano resilienza nonostante la volatilità elevata degli scambi. Il contesto di breve termine è caratterizzato da alta volatilità, mentre sul medio termine il focus è sul concretizzarsi e sulle conseguenze dei primi tagli dei tassi, con uno scenario base di graduale accomodamento monetario e possibilità di rialzi più marcati solo in caso di peggioramento significativo dei dati economici.
Divergenza ribassista con RSI-PREZZI in corso e vicino ad una zona di ipervenduto.
Mentre la Federal Reserve si prepara a un possibile allentamento monetario, in Europa la Banca Centrale Europea mantiene i tassi invariati al momento, pur con indicazioni di possibili ulteriori tagli entro la fine dell’anno a causa della stabilità dell’inflazione vicina al target ma con persistenti rischi legati a tensioni geopolitiche e incertezze commerciali. Il dollaro si mostra vulnerabile nel breve termine, favorendo il rafforzamento dell’euro e delle valute legate alle materie prime come il dollaro australiano. Oro e petrolio si muovono in risposta alle aspettative inflazionistiche e alle dinamiche di offerta globale, creando opportunità tattiche per gli operatori sui mercati materie prime.
Questa settimana sarà cruciale, con l’attenzione rivolta ai dati sull’occupazione di agosto, alla revisione del benchmark occupazionale e alle dichiarazioni ufficiali della Fed. Il mercato attende conferme sul rallentamento economico e sul mantenimento di un percorso di allentamento monetario graduale, con impatti importanti su indici azionari, valute e commodities. Le implicazioni operative si concentrano su livelli tecnici chiave e orientamenti alla volatilità, in un contesto che rimane incerto ma ricco di potenziali opportunità.
Dalla situazione attuale emergono diversi percorsi possibili per i mercati finanziari:
• Scenario base: prosegue una crescita moderata con volatilità contenuta e consolidamento dei settori chiave;
• Scenario rialzista: un taglio più aggressivo dei tassi da parte della Fed o un miglioramento marcato dei dati macroeconomici potrebbe stimolare indici azionari e valute commodity-sensitive;
• Scenario ribassista: il rischio di un’inflazione imprevista o un’intensificazione delle tensioni geopolitiche potrebbe esercitare pressione sui mercati azionari, con un aumento degli spread creditizi.
Tra i rischi principali vi sono cambi inattesi nella politica monetaria, shock geopolitici e un possibile peggioramento dei dazi commerciali. Le opportunità possono derivare da posizionamenti long su azioni in fase di correzione e da operazioni tattiche su valute e materie prime, proprio in un ambiente caratterizzato da una volatilità in crescita.
• Indici azionari: si attendono trend moderatamente positivi, pur soggetti a pause dovute a fluttuazioni di volatilità;
• Forex: prevedibile un rafforzamento di euro e valute legate a materie prime, con una debolezza relativa del dollaro statunitense;
• Commodities: si prospetta una volatilità crescente, offrendo potenziali opportunità di trading speculativo;
• Obbligazioni: ci si aspetta stabilità nei rendimenti e negli spread, sebbene si tenga alta l’attenzione verso le reazioni delle banche centrali.
L’attuale fase di mercato richiede un approccio prudente, focalizzato sul monitoraggio costante dei dati macroeconomici chiave e delle decisioni delle banche centrali, nell’ottica di comprendere l’evoluzione di uno scenario globale ancora incerto ma dinamico. Settembre 2025 si configura come un mese decisivo per definire i nuovi equilibri finanziari e per valutare in modo calibrato i rischi e le opportunità in un contesto di volatilità.
• Decisione FED attesa: La FED dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base il 17 settembre, stimolando un possibile impulso rialzista nei mercati azionari a causa di condizioni finanziarie più accomodanti.
• Banca Centrale Europea (ECB): L’ECB manterrà i tassi invariati l’11 settembre, riflettendo una stabilità nella politica monetaria europea, con attenzione alle dinamiche inflazionistiche e un possibile rallentamento economico.
• Dati macro USA: I dati PMI di agosto mostrano una ripresa nei paesi sviluppati, mentre i dati occupazionali, con particolare attenzione al Non-Farm Payroll, saranno determinanti nel definire il sentiment sul dollaro e sui mercati azionari.
• Geopolitica e commercio: Le tensioni commerciali e geopolitiche, in particolare tra USA e UE, rimangono fonti di rischio per la stabilità dei mercati, condizionando le valute e le materie prime.
• Trimestrali USA: I risultati societari superiori alle attese rafforzano la fiducia degli investitori, particolarmente nei settori tecnologici e finanziari.
• Movimenti attesi: È prevista un’accresciuta volatilità attorno alle riunioni Fed e ECB e ai dati occupazionali USA. I mercati azionari potrebbero oscillare tra correzioni tecniche e rimbalzi, mentre il forex vedrà un consolidamento di EUR/USD intorno a 1.13-1.15, con potenziale lieve cedimento prima di un recupero verso 1.16. Oro e petrolio si manterranno sotto pressione da fattori geopolitici e flussi di capitale.
• Catalizzatori principali: Le decisioni della FED, i dati PMI e l’occupazione USA, insieme agli annunci dell’ECB, saranno i principali driver per la volatilità e i movimenti nei mercati.
L’analisi tecnica del DAX (settembre 2024 - settembre 2025) mostra un mercato che, dopo un forte ribasso ad aprile 2025, ha recuperato fino a circa 24.500 punti e ora si consolida tra 23.000–23.500 (supporto) e 24.200–24.500 (resistenza). Le medie mobili a 14 e 50 giorni indicano segnali rialzisti, mentre l’RSI neutro riflette equilibrio tra pressioni rialziste e ribassiste. La regressione lineare conferma una tendenza positiva moderata. L’assenza di volumi limita la conferma della forza del movimento, suggerendo cautela in attesa di una chiara rottura dei livelli chiave per definire la direzione futura del titolo.
L’analisi tecnica dell’S&P 500 dal settembre 2024 al settembre 2025 mostra un trend moderatamente rialzista, con medie mobili a 14 e 50 giorni che indicano una tendenza positiva e un RSI che segnala fasi di equilibrio e correzione. Dopo un picco tra luglio e agosto 2025 intorno ai 6400-6500 punti, il titolo ha attraversato una fase laterale con supporto tra 6360 e 6400 e resistenza attorno a 6480 punti. Volumi generalmente stabili e pattern di candele giapponesi indicano volatilità e momenti di incertezza. La regressione lineare conferma una crescita moderata con fasi di consolidamento. Rimane importante monitorare i livelli chiave per possibili inversioni.
Negli ultimi sei mesi il NASDAQ100 ha avuto un trend rialzista, con i prezzi saliti da circa 18.900 a 23.500 punti, nonostante alcune fasi di volatilità e correzioni. Le medie mobili a 14 e 50 giorni indicano una prevalenza rialzista, mentre l’RSI mostra un momentum positivo ma moderato. I volumi sono variabili, con picchi nei momenti chiave, e le candele giapponesi evidenziano segnali di incertezza attorno a supporti (22.200-22.500) e resistenze (23.600-23.800). La regressione lineare conferma un trend positivo sostenuto, con fasi di consolidamento senza compromettere la direzione generale.
L’analisi tecnica del cambio EUR-USD negli ultimi sei mesi mostra una fase iniziale di lateralità fino a fine 2024, seguita da un rialzo da circa 1,03 a 1,16–1,17 nei primi mesi del 2025. Le medie mobili a 14 e 50 giorni confermano un trend rialzista consolidato, con l’RSI in area neutrale che indica equilibrio. I prezzi si negoziano vicino alla media mobile a 14 giorni, segnalando consolidamento. Resistenza chiave intorno a 1,18 e supporto vicino a 1,16. La regressione lineare evidenzia una crescita moderata, ora in fase di stabilità dopo il forte slancio iniziale.
Negli ultimi sei mesi, il titolo Alphabet Inc. ha mostrato una crescita significativa, passando da livelli intorno a 157-160 USD a settembre 2024 fino a superare i 230 USD a settembre 2025, con una chiara tendenza rialzista ma accompagnata da una volatilità accentuata. I volumi di scambio hanno registrato picchi importanti, spesso associati a movimenti di prezzo sostanziali, a testimonianza dell’alto interesse istituzionale e della liquidità del titolo. L’analisi tecnica, basata su medie mobili a 14 e 50 giorni, RSI a 14 giorni, pattern di candele giapponesi e regressione lineare, sostiene il quadro di un momentum positivo. La media mobile a breve termine si mantiene sopra quella a medio termine, segnalando un trend rialzista, anche se l’RSI indica uno stato di potenziale ipercomprato, suggerendo possibili correzioni o fasi di consolidamento in futuro. Livelli chiave di supporto sono stati individuati tra 170 e 175 USD, mentre la recente spinta verso i 230 USD potrebbe rappresentare una nuova resistenza importante da monitorare. Dal punto di vista fondamentale, il consenso degli analisti è generalmente positivo con rating “Buy” e target price medi intorno a 220-250 USD, nonostante alcune previsioni indicano possibilità di lieve correzione nel prossimo anno. Alphabet beneficia di una forte posizione di leadership nel settore tecnologico, con ricavi in crescita, soprattutto nel campo della pubblicità digitale e nei settori emergenti come il cloud computing e l’intelligenza artificiale. Il recente sviluppo favorevole sulla causa antitrust ha ulteriormente rafforzato la fiducia degli investitori, contribuendo a un significativo aumento del valore di mercato del titolo. In sintesi, Alphabet Inc. si conferma come un titolo solido con prospettive di crescita a medio termine, sostenuto da un trend tecnico positivo e da fondamentali robusti. Tuttavia, si rileva una certa volatilità e possibili condizioni di ipercomprato da gestire con attenzione. La vigilanza sui livelli di supporto e resistenza chiave, così come sulla dinamica dei volumi e degli indicatori tecnici, rimane cruciale per valutare eventuali aggiustamenti della traiettoria futura del titolo.
Negli ultimi sei mesi, NVIDIA Corporation (ISIN US67066G1040) ha mostrato un andamento caratterizzato da elevata volatilità e fasi alterne tra repentine crescite e consolidamenti. Nel periodo considerato, il titolo è passato da valori inferiori a 110 USD fino a superare i 170-180 USD, con oscillazioni di rilievo che hanno portato anche a correzioni significative. Recentemente, il prezzo si è stabilizzato attorno ai 170-180 USD, mostrando segnali di consolidamento dopo aver toccato massimi storici intorno a 184,48 USD (agosto 2025). L’analisi tecnica basata sulle medie mobili a 14 e 50 giorni evidenzia una situazione di equilibrio: la media mobile a breve termine si mantiene vicino al prezzo corrente, mentre quella a 50 giorni mostra una tendenza più moderata, in un quadro di possibile fase di consolidamento. Il Relative Strength Index (RSI) a 14 giorni si posiziona in area neutra o leggermente verso l’ipervenduto, indicando un bilanciamento tra pressione di acquisti e vendite e suggerendo potenziale attesa di un segnale direzionale. La regressione lineare sui prezzi di chiusura mostra un trend di fondo debole o quasi laterale, confermando una fase di indecisione che potrebbe evolvere verso un breakout, rialzista o ribassista. L’analisi delle candele giapponesi e dei pattern evidenzia la presenza di formazioni tipiche di inversione e consolidamento, con supporto individuato attorno ai 170-174 USD e resistenza a breve termine nei pressi dei 180-185 USD. I volumi di scambio, pur in calo rispetto ai picchi precedenti, manifestano ancora attività intensa nei momenti di movimenti significativi, confermando l’interesse degli operatori e la partecipazione attiva nei momenti di volatilità. Dal punto di vista fondamentale, NVIDIA continua a essere leader nel settore tecnologico con punti di forza nella progettazione di GPU per gaming, data center, intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti. L’azienda ha registrato nel secondo trimestre 2025 una crescita moderata dei ricavi (+6% rispetto al trimestre precedente) e continua a sostenere margini lordi elevati (intorno al 73%). È stato inoltre annunciato un programma di buyback da 60 miliardi di dollari, insieme a un dividendo previsto per il prossimo futuro, fattori che possono influenzare positivamente la fiducia degli investitori. Previsioni di mercato e analisti indicano per la fine del 2025 un possibile recupero e crescita del prezzo con target medi stimati tra 205 e 220 USD, con outlook positivo anche per il medio-lungo termine, pur in presenza di rischi legati alla volatilità e possibili correzioni. In sintesi, NVIDIA si trova in una fase tecnica di consolidamento dopo una robusta crescita, con trend di fondo moderatamente positivo ma ancora incerto nel breve termine. I livelli chiave sono il supporto tra 170 e 174 USD e la resistenza a 180-185 USD, la cui rottura definirà in modo più chiaro la direzione futura del titolo. L’andamento dei volumi, gli indicatori tecnici e i pattern di prezzo saranno cruciali per monitorare la possibile ripresa o correzione del trend.