Nonostante la pesantezza dei dati, c'è ancora chi a Wall Street nutre la speranza che queste barriere commerciali, destinate a spingere il tasso tariffario effettivo degli Stati Uniti ai massimi da oltre un secolo, siano in realtà una strategia negoziale piuttosto che una realtà definitiva.
Settori in Affanno (e una timida eccezione):
Quasi tutti i settori dell'S&P 500 sono stati travolti dalla negatività. Il settore energetico e quello tecnologico hanno registrato le perdite più consistenti.
L'unico spiraglio di luce è arrivato dal settore dei beni di consumo di base, che ha chiuso la giornata in territorio positivo.
Nomi di Peso in Caduta Libera:
Apple è stata particolarmente colpita. La sua strategia di produzione a basso costo nel sud-est asiatico si trova ora a fronteggiare un aumento significativo dei costi a causa delle tariffe, portando a la sua peggiore performance dal crollo di marzo 2020.
Anche Nike ha subito un duro colpo a causa della sua elevata esposizione al Vietnam, un paese fortemente tariffato.
La maggior parte dei rivenditori, tra cui Lululemon, Dollar Tree, Best Buy e Target, hanno condiviso lo stesso destino, registrando perdite considerevoli.
Il sentiment negativo si è esteso anche al mondo delle criptovalute, con titoli come Coinbase, MARA Holdings e Strategy che hanno subito pesanti perdite.
A peggiorare il quadro, sono giunte nuove preoccupazioni nel settore dell'intelligenza artificiale, con ulteriori indiscrezioni su un ridimensionamento degli investimenti di Microsoft nei data center.
Effetti Reali sul Mercato del Lavoro
Le conseguenze delle tariffe non si limitano alla finanza. Stellantis ha annunciato la chiusura temporanea di due stabilimenti e il licenziamento di 900 lavoratori americani proprio a causa di questi dazi.
In controtendenza, Ford, che concentra una parte maggiore della sua produzione finale negli Stati Uniti, sembra intenzionata a sfruttare la situazione di stress dei concorrenti tagliando i prezzi.
Qualche Nota Positiva (in un Mare di Rosso):
Intel ha brillato grazie alla notizia di un accordo preliminare di joint venture con il colosso dei chip TSMC.
Coca-Cola ha raggiunto un nuovo massimo storico di chiusura, confermandosi un bene rifugio in tempi di incertezza.
Le aziende del tabacco come British American Tobacco, Philip Morris e Altria hanno tutte guadagnato terreno.
Infine, Goodyear ha registrato un notevole incremento, apparendo al momento relativamente protetta dagli effetti delle tariffe.
Il presidente Trump ha imposto dazi reciproci a livello globale, partendo da un minimo del 10% e arrivando fino al 50%. Sono entrate in vigore tariffe del 25% su tutte le importazioni di auto straniere. Trump ha definito questa mossa il "Giorno della Liberazione" per l'industria americana, prevedendo "migliaia di miliardi di dollari" in entrate per le casse statunitensi. Nel dettaglio, Trump ha annunciato l'applicazione di dazi del 20% all'Unione Europea, del 34% alla Cina (a cui si aggiungerebbe un ulteriore 20% secondo Bloomberg), del 24% al Giappone, e del 10% a Regno Unito, Brasile e Argentina. Trump ha inoltre criticato l'UE per aver imposto dazi superiori al 10% e un'IVA del 20%, definendo le loro politiche commerciali "molto dure" e sostenendo che hanno imposto dazi per il 39% del valore. In risposta, gli Stati Uniti applicheranno il 20%.
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L'introduzione dei dazi era ampiamente prevista. Ora sarà fondamentale osservare le reazioni dei paesi colpiti e le eventuali strategie negoziali con gli USA o di politica industriale volte a mitigare gli effetti negativi delle nuove tariffe. Confindustria stima un impatto sulla crescita del PIL italiano di circa -0,6/-0,8%, prevedendo una crescita quasi nulla nel 2025 a causa dei dazi. Al momento, non è chiaro quale sarà la risposta dell'UE e come reagirà il governo italiano per proteggere i settori e le aziende interessate. Alcuni paesi, come Canada, Messico e Vietnam, sembrano considerare la possibilità di offrire concessioni agli USA in cambio di una riduzione dei dazi.
I settori maggiormente esposti ai dazi rimangono quello delle auto e dei componentisti, seguiti dall'alimentare e beverage e dai beni di lusso, sebbene quest'ultimi mostrino maggiore resilienza. Sono esclusi al momento dai dazi i prodotti farmaceutici, i semiconduttori, il rame, l'oro, il legname e alcuni prodotti non disponibili negli USA.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l'Unione Europea si sta preparando per ulteriori contromisure per proteggere i propri interessi e le proprie imprese qualora i negoziati con la Casa Bianca fallissero. Trump ha imposto dazi del 20% sull'UE. Von der Leyen ha criticato duramente la mossa di Trump, definendola un "duro colpo" per l'economia mondiale che "soffrirà massicciamente". Ha sottolineato l'assenza di un ordine logico nelle azioni di Trump, che colpiscono tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, e ha avvertito di "immense conseguenze" con un impatto immediato su consumatori e imprese a livello globale.
L'UE è pronta a sostenere i settori colpiti, tra cui acciaio, automobili e farmaceutica. Von der Leyen ha riconosciuto che alcuni paesi traggono vantaggio sleale dalle attuali regole del commercio mondiale e l'UE è disposta a collaborare per rendere il sistema commerciale globale più equo. Tuttavia, ha avvertito che l'utilizzo dei dazi come strumento principale non risolverà la situazione.
L'UE sta preparando contromisure che andranno ad aggiungersi a quelle già in fase di elaborazione. Il blocco aveva già annunciato tariffe di ritorsione il mese scorso dopo l'imposizione di dazi statunitensi, misure volte a proteggere lavoratori e consumatori europei. L'UE prevede di reintrodurre dazi precedentemente sospesi e di introdurre ulteriori dazi su un'ampia gamma di prodotti statunitensi, tra cui acciaio, alluminio, prodotti agricoli e altri beni. L'entrata in vigore di queste tariffe è prevista intorno alla metà di aprile.
Resta alta l'incertezza sulle prossime mosse dei paesi colpiti dai dazi e sulle strategie che verranno adottate per negoziare con gli Stati Uniti o per attuare politiche industriali di sostegno. La situazione è in continua evoluzione e le ripercussioni sull'economia globale saranno attentamente monitorate nei prossimi mesi.
La Borsa di Milano ha registrato un ribasso, con il settore bancario che ha subito le perdite maggiori. Questo declino è stato innescato dalla possibilità che la Banca Centrale Europea (BCE) allenti ulteriormente la politica monetaria in risposta ai dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In particolare, Unicredit e Banca Monte Paschi hanno subito un calo di oltre il 5%. Anche le altre borse europee hanno mostrato una tendenza al ribasso.
A Piazza Affari, diversi titoli hanno risentito della situazione:
Banco BPM
Unicredit
Eni
Pirelli
Stellantis
Tim
Al contrario, Campari, Snam e Terna hanno mostrato una performance positiva. Recordati non dovrebbe essere particolarmente colpita dai dazi sui prodotti farmaceutici.