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La sessione dell'11 novembre 2025 ha consegnato segnali contrastanti a Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average che ha conquistato un nuovo massimo storico a 47.927,96 punti, guadagnando 559 punti (+1,18%), mentre il Nasdaq Composite ha subito una lieve flessione dello 0,25%, chiudendo a 23.468,30 punti per effetto delle prese di profitto sui titoli tecnologici. L'S&P 500 si è posizionato nel mezzo, registrando un modesto rialzo dello 0,21% a 6.846,61 punti, in una giornata caratterizzata da rotazioni settoriali e aspettative su possibili tagli dei tassi della Federal Reserve entro fine anno.
I mercati globali stanno attraversando una fase di incertezza controllata, alimentata dalla combinazione tra la chiusura imminente dello shutdown del governo americano, dati sul mercato del lavoro più deboli del previsto e speculazioni su un possibile allentamento monetario della Fed a dicembre. Il sentiment degli investitori oscilla tra l'ottimismo per i titoli ciclici e industriali, che hanno spinto il Dow Jones verso nuovi massimi, e la cautela verso i colossi tecnologici, dove Nvidia ha ceduto quasi il 3%, trascinando al ribasso il Nasdaq. L' indice VIX della volatilità è sceso a 17,28 punti, in calo dell'1,82%, segnalando una diminuzione della percezione del rischio a breve termine.
Sul fronte valutario, l'EUR/USD si attesta a 1,1752, in modesto rialzo dello 0,03%, dopo aver brevemente testato la resistenza psicologica di 1,1600 nella sessione precedente. L'euro continua a beneficiare dell'indebolimento del dollaro, con gli operatori che attendono i dati finali sull'inflazione tedesca e gli interventi dei membri della BCE Schnabel e De Guindos per comprendere l'orientamento della politica monetaria europea. Sul piano tecnico, EUR/USD si muove al di sopra della media mobile a 50 periodi, con un RSI (Relative Strength Index) intorno a 48, che segnala una condizione neutrale senza eccessi di ipercomprato o ipervenduto. Il supporto immediato si colloca a 1,1530-1,1540, mentre le resistenze più significative risiedono nell'area 1,1600-1,1608.

La coppia GBP/USD quota a 1,3491, in leggera flessione dello 0,18%, mantenendosi comunque in prossimità dei massimi recenti dopo aver recuperato slancio nelle ultime sedute. La sterlina resta sostenuta dall'attesa per le dichiarazioni del vice governatore della Bank of England, Pill, in un contesto in cui la BoE mantiene un approccio cauto sulla normalizzazione dei tassi. Il dollaro USA, misurato dal
Dollar Index (DXY), si attesta a 99,55, in rialzo dello 0,11% rispetto alla sessione precedente, dopo aver toccato nuovi minimi mensili vicino a 99,30. Il Dollar Index resta in bilico tra la media mobile a 50 giorni (98,48) e la media mobile a 200 giorni (100,17), in una fase di consolidamento che riflette le incertezze sulla direzione futura della politica monetaria americana.
Il USD/JPY si muove a 147,06, con un modesto incremento dello 0,04%, mentre gli operatori valutano la divergenza di politica monetaria tra la Federal Reserve, impegnata in un ciclo di tagli, e la Bank of Japan, che prosegue il suo graduale percorso di stretta. Le autorità giapponesi hanno intensificato le comunicazioni verbali per contenere un'eccessiva debolezza dello yen, anche se il mercato ritiene improbabile un intervento fisico prima che USD/JPY raggiunga quota 160. Infine,
AUD/USD quota a 0,6577, in calo dello 0,24%, risentendo delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e di un dollaro australiano che fatica a beneficiare di un contesto caratterizzato da una Reserve Bank of Australia cauta sul fronte dei tassi.
L'oro ha registrato una flessione dell'1,12%, attestandosi a 3.335,60 dollari l'oncia, dopo aver toccato nelle ultime sedute picchi vicini ai 4.100 dollari in scia alle aspettative di ulteriori tagli dei tassi Fed e alle preoccupazioni geopolitiche. Sul piano tecnico, il metallo prezioso si trova sotto pressione con un supporto chiave nell'area 4.050-4.060 dollari l'oncia, mentre le resistenze più rilevanti si collocano a 4.160 e 4.190 dollari. Il ritracciamento odierno appare legato a prese di profitto dopo un rally prolungato, con operatori che attendono conferme dai dati macroeconomici statunitensi per ricalibrare le posizioni.

Il petrolio greggio WTI quota a 65,16 dollari al barile, in calo dell'1,32%, riflettendo preoccupazioni legate all'eccesso di offerta globale e al rallentamento della domanda, nonostante i rischi geopolitici legati a possibili nuove sanzioni sul petrolio russo. Nelle ultime settimane, il greggio ha oscillato tra i 60 e i 66 dollari al barile, in una fascia di consolidamento che riflette l'incertezza economica globale e i timori su un rallentamento della crescita cinese. Sul piano tecnico, il crude oil presenta un supporto a 63,50 dollari, mentre una resistenza significativa si colloca nell'area 66-67 dollari al barile.

Il Nasdaq Composite ha chiuso in territorio negativo a 23.468,30 punti, cedendo lo 0,25% (-58,87 punti), dopo una giornata caratterizzata dalla debolezza dei semiconduttori e dei giganti dell'intelligenza artificiale.
Nvidia, protagonista indiscussa del rally tecnologico del 2025, ha ceduto il 2,96%, rappresentando il maggior freno al comparto tech, seguita da altri produttori di chip come AMD (-2,65%),
Applied Materials (-2,73%) e Micron Technology (-4,81%). La pressione sui semiconduttori riflette prese di profitto dopo un anno straordinario, con Nvidia che ha guadagnato oltre il 50% nel 2025, ma anche preoccupazioni per la sostenibilità degli investimenti miliardari in intelligenza artificiale da parte delle Big Tech.
Sul fronte tecnico, il Nasdaq Composite si trova appena al di sotto della media mobile a 50 periodi, con un RSI che si attesta intorno a 48-50, indicando una condizione di neutralità. I supporti immediati si collocano nell'area 23.180-23.200 punti, mentre le resistenze chiave risiedono a 23.700 e 24.200 punti. Tra i migliori titoli del Nasdaq 100 figurano DexCom (+6,00%), Amgen (+4,57%), Apple (+2,16%) e T-Mobile US (+2,97%), mentre gli analisti evidenziano come il mercato stia effettuando una rotazione settoriale dai tech verso titoli ciclici e industriali.

L' S&P 500 ha chiuso in rialzo dello 0,21% a 6.846,61 punti, sostenuto dalla forza dei titoli industriali, finanziari e dei beni di consumo, che hanno più che compensato la debolezza dei tecnologici. L'indice si trova vicino ai massimi storici, con una capitalizzazione di mercato che supera i 57 trilioni di dollari e un rapporto price-to-earnings (P/E) di 27,88, segnalando valutazioni elevate ma giustificate dalle prospettive di crescita degli utili aziendali. Sul piano tecnico, l'S&P 500 mantiene un trend rialzista di medio periodo, con supporti a 6.730-6.750 punti e resistenze nell'area 6.880-6.900 punti. La media mobile a 50 periodi sostiene il prezzo attuale, mentre l'RSI si attesta intorno a 55, suggerendo che l'indice ha ancora margine di crescita prima di entrare in zona di ipercomprato.
Gli investitori monitorano con attenzione gli sviluppi sulla chiusura dello shutdown governativo, che ha impedito la pubblicazione di importanti dati economici sul mercato del lavoro, e attendono gli interventi di numerosi funzionari della Federal Reserve, tra cui il presidente della Fed di New York John Williams e i governatori Barr, Waller, Bostic e Miran. Le stime di consenso indicano una probabilità del 63% di un taglio di 25 punti base a dicembre, in calo rispetto al 67% della vigilia e al 92% di un mese fa.
L'indice VIX, noto come il "barometro della paura" di Wall Street, ha chiuso a 17,28, in calo dell'1,82% rispetto alla seduta precedente. Il VIX misura la volatilità implicita attesa dagli operatori sui contratti sull'S&P 500 nei prossimi 30 giorni e attualmente si colloca in una fascia di relativa calma, ben al di sotto dei livelli di stress osservati a metà ottobre, quando aveva raggiunto picchi oltre i 25 punti. La discesa del VIX riflette un miglioramento del sentiment degli investitori, alimentato dalle speranze di una rapida conclusione dello shutdown federale e dalle aspettative di ulteriori stimoli monetari da parte della Fed.
Sul piano tecnico, il VIX si trova al di sotto della media mobile a 50 periodi, con un supporto chiave nell'area 15-16 punti e una resistenza a 18-19 punti. Un eventuale superamento della soglia dei 20 punti segnalerebbe un ritorno dell'incertezza sui mercati, mentre una stabilizzazione sotto i 16 punti indicherebbe un consolidamento della fiducia degli investitori. Gli analisti evidenziano come la relazione inversa tra VIX e S&P 500 sia particolarmente pronunciata in questa fase, con ogni calo del VIX che corrisponde a un avanzamento dell'indice azionario.

Tra i protagonisti della sessione dell'11 novembre, Apple si è distinta con un rialzo del 2,16%, chiudendo a 275,25 dollari, tra i migliori performer del Nasdaq 100. Il colosso di Cupertino continua a beneficiare delle prospettive di integrazione dell'intelligenza artificiale nei suoi dispositivi e servizi, con gli analisti che mantengono target price tra 230 e 325 dollari, a seconda degli scenari di adozione delle nuove tecnologie. Microsoft si è mantenuta stabile vicino ai massimi storici, sostenuta dalla crescita della divisione cloud Azure e dagli investimenti nell'AI generativa.
Amazon ha registrato una performance positiva, beneficiando delle stime di accelerazione della crescita del business cloud AWS oltre il 20% entro fine 2025 e della forza delle divisioni retail e advertising. Meta Platforms ha mostrato un andamento misto, con gli investitori che valutano l'impatto degli investimenti miliardari in intelligenza artificiale e metaverso sulla redditività futura. Infine, Alphabet (Google) ha mantenuto una performance solida, sostenuta dall'integrazione dell'AI nei servizi di ricerca e cloud, con analisti che prevedono un target price di 300 dollari, il più alto di Wall Street.
Sul fronte europeo, il DAX tedesco ha chiuso in rialzo dello 0,53% a 24.088,06 punti, consolidando i guadagni dopo un avvio di settimana particolarmente brillante. L'indice di Francoforte ha superato la soglia psicologica dei 24.000 punti, sostenuto dall'ottimismo per una possibile soluzione dello shutdown americano e dalla tenuta dell'economia tedesca nonostante le sfide del settore manifatturiero. Gli analisti evidenziano che un mantenimento duraturo sopra i 24.000 punti richiederà conferme da parte di acquirenti convinti, con i dati che mostrano come gli investitori siano intervenuti principalmente in fase di correzione.
L'Euro Stoxx 50, l'indice di riferimento per le blue chip dell'Eurozona, ha guadagnato lo 0,78%, chiudendo a 5.695,65 punti. Il rally europeo è stato trainato dai titoli finanziari, industriali e dai produttori di energia, in un contesto caratterizzato da valutazioni ancora più attraenti rispetto agli Stati Uniti. Sul piano tecnico, l'Euro Stoxx 50 presenta supporti nell'area 5.600-5.620 punti e resistenze a 5.730-5.750 punti, con la media mobile a 50 periodi che sostiene la struttura rialzista di breve periodo.

La sessione dell'11 novembre ha evidenziato una divergenza tra Wall Street e i mercati europei, con il Dow Jones ai massimi storici mentre il Nasdaq fatica sotto il peso dei tecnologici. Il sentiment rimane costruttivo, ma gli investitori mostrano prudenza, attendendo chiarimenti dalla Federal Reserve sulla direzione dei tassi di interesse e monitorando l'evoluzione dello shutdown governativo. Le prossime sedute saranno cruciali per comprendere se la rotazione settoriale dai tech ai ciclici rappresenta una tendenza duratura o una semplice presa di profitto temporanea.
Sul mercato valutario, l'euro mantiene una posizione di forza contro il dollaro, mentre l'oro e il petrolio mostrano segni di consolidamento dopo movimenti recenti significativi. Gli operatori attendono una serie di interventi da parte di esponenti della Fed, tra cui John Williams, Barr, Waller, Bostic e Miran, che potrebbero fornire indicazioni importanti sulla probabilità di un taglio dei tassi a dicembre.